giovedì 30 giugno 2011

2 LUGLIO - BICICLETTATA NO TAV





Per adesioni o info tel.
Paolo 3287529190 oppure e-mail a :
bicinotav@gmail.com

mercoledì 29 giugno 2011

Nessun rispetto.



Dopo le tende ecco cosa è successo oggi pomeriggio alle ultime cose rimaste alla Maddalena.

Nonostante le trattative in atto per recuperarle, la cambusa e la rulotte degli attrezzi sono state distrutte con due colpi di trancia dagli operai delle ditte al lavoro nel piazzale, le forze dell'ordine hanno potuto ammirare la vigliaccheria di queste persone.

VERGOGNA.

L'operato degli uomini di Maroni...


Pubblichiamo alcune foto scattate il 28 giugno alla Maddalena in seguito allo sgombero del presidio notav. Come si può vedere dalle immagini le tende dei resistenti, ubicate nella parte di boscvo dietro all’azienda vinicola, sono state completamente devastate dalle forze dell’ordine. Distrutte, sfregiate, urinate come sfregio: questo è quello che dovrebbe succedere in un posto presidiato da centinaia di agenti? Lo stesso trattamento è stato riservato agli effetti personali che erano stati lasciati dentro le tende: quello che non è stato rubato è stato tagliato e pisciato.
Durante la ricognizione avvenuta che ha prodotto questa documentazione i dirigenti prima hanno dato la colpa ai cinghiali, poi agli operai e infine, con mezza ammissione, hanno spiegato che può seccedere.
Tra le altre la tenda più grossa, ben sfregiata, è quella del pronto soccorso.
Questa è la civiltà e la morale dei “conquistatori” della Maddalena? I rappresentanti in divisa dello stato? A voi il giudizio

Si dimette l'assessore Chiomontino Cristina Uran!!!



(ANSA) - TORINO, 28 GIU - Le vicende della Tav hanno fatto dimettere l'assessore alla Cultura di Chiomonte, Cristina Uran.

Uran e' uscita in lacrime dall'ufficio del sindaco, Renzo Pinard. Il motivo del malumore e' il Museo archeologico della Maddalena di Chiomonte, proprio sul piazzale sgomberato ieri dalle forze dell'ordine.

''La polizia - ha spiegato Uran - si e' piazzata li', nelle stanze del museo, senza chiedere neppure il permesso. E lassu' nei boschi della Maddalena - ha concluso - c'e' una devastazione vergognosa. E' troppo''. (ANSA).

Ci danno per vinti? ...La Valle C'è!!!





da: Il Fatto Quotidiano

Altissima partecipazione alla manifestazione a Susa dei cittadini che si oppongono all'alta velocità. Domenica un nuovo corteo. Perino: "Venite con gli scarponi per una passeggiata nel bosco, magari portate anche la maschera antigas. Ci riprenderemo quello che ci hanno tolto"

Forse nemmeno gli organizzatori si aspettavano così tanta gente alla fiaccolata No Tav di ieri sera, all’indomani dell’incursione delle forze dell’ordine al presidio della Maddalena. “Siamo 20.000”, annunciano al microfono. Solo 5.000 per la Questura. Fatto sta che la cittadina di Susa conteneva a stento il lungo corteo – sindaci in testa – che ha rischiato più volte di sovrapporsi. Poi l’annuncio più atteso, quello di Alberto Perino, come anticipato all’assemblea di lunedì sera. “Domenica ci sarà la prima manifestazione nazionale per riconquistare La Maddalena. Venite con gli scarponi e il mangiare al sacco per una passeggiata nel bosco, magari portate anche la maschera antigas, non si sa mai. Hanno aperto il cantiere con la forza, ma ora dovranno mantenerlo e noi gli daremo fastidio. Sarà un lavoro lungo e paziente, non abbiamo fretta, ma alla fine riprenderemo quello che ci hanno tolto”.

La strategia di “logoramento” lanciata dal movimento metterà a dura prova la tenuta delle forze dell’ordine e soprattutto delle finanze pubbliche. Difficile infatti mantenere a lungo un apparato di migliaia di uomini contro un’intera valle, proprio mentre il governo si appresta a varare l’ennesima manovra di lacrime e sangue. “Ecco allora spuntare la versione ‘low cost’ del Tav – ricorda Sandro Plano, presidente della Comunità Montana Valsusa e Valsangone – che prevede una sola canna anziché due. Una presa in giro, che smentisce tutto il lavoro fatto dall’Osservatorio”.

Intanto gli avvocati continuano a lavorare sul fronte legale, a partire dalla raccolta di documenti che testimonierebbero abusi da parte degli agenti durante lo sgombero. “Hanno tagliato le nostre tende e hanno fatto i loro bisogni all’interno, spiegano alcuni attivisti, poi hanno rubato oggetti personali”. Ma le contestazioni riguardano anche l’invasione di terreni privati violando le procedure, in primis i tempi di preavviso ai proprietari.

Sullo sfondo l’assegnazione dei lavori per il tunnel esplorativo, che, secondo Plano, presenta gravi irregolarità. I lavori infatti sono stati appaltati alla stessa azienda che vinse a Venaus nel 2005 (la Cmc di Ravenna) in quanto “opera paritetica” con qualche “variante tecnica”. Molti invece sostengono la necessità di una nuova gara (che comporterebbe il pagamento di una penale alla Cmc) anche perché il nuovo cunicolo costa a preventivo 164 milioni di euro contro gli 84 di quello di Venaus. La battaglia insomma sarà lunga e senza esclusione di colpi.

Nel frattempo in diverse parti d’Italia si preparano i pullman per la manifestazione di domenica – di cui verranno dati i dettagli nell’assemblea di stasera – dopo che nella giornata di lunedì sono spuntati presidi spontanei in 22 città.

di Roberto Cuda

martedì 28 giugno 2011

Marcia a bassa velocità



Quando lo Stato attacca la Repubblica. Ovvero, un tranquillo lunedì mattina di lacrimogeni e sangue



Sono le 4 e 40 quando quella specie di dormiveglia vigile che ci siamo concessi per un paio d'ore viene spazzato via dai botti dei fuochi d'artificio che danno l'annuncio: arrivano!
finchè non lo vivi non riesci a capire cosa vuol dire essere svegliato nel cuore della notte, doverti preparare in fretta e furia per fronteggiare un attacco imminente.
arriviamo di corsa nel piazzale dove tutti si stanno organizzando per fronteggiare l'attacco annunciato. decidiamo di scendere alla barricata della centrale elettrica, ma dopo quasi un'ora di attesa decidiamo di risalire, anche perchè continuano ad arrivare voci di tentativi di sfondamento della polizia sul fronte dell'autostrada. Arriviamo appena in tempo per vedere Turi, storico esponente della nonviolenza, scavalcare il guardrail ed essere arrestato dai poliziotti. verrà rilasciato a fine mattinata. Dopo alcuni minuti di stallo, arrivano le ruspe e viene richiesta la presenza di quanta più gente possibile sulla barricata. Arriviamo a dare il cambio ai compagni che da quasi 2 ore stanno attaccati alle reti, mentre le ruspe, munite di pinze trancialamiere iniziano a devastare il guardrail. è uno spettacolo penoso vedere le forze dell'ordine distruggere un'autostrada per accerchiare poche centinaia di manifestanti, mentre i vigili del fuoco (!!!) usano gli idranti per fare da scudo alle ruspe. I compagni sul versante della montagna lanciano bucce di verdura, olio e vernice per rallentare il lavoro della ruspa, mentre altri scaricano gli estinori creando un effetto fumogeno. Finito di distruggere il guardrail e le protezioni antirumore, la ruspa prova a divellere la barricata, ma noi non scendiamo e loro non possono rischiare un incidente con la pinza taglialamiere. Iniziano quindi a lanciare lacrimogeni. rimaniamo subito intossicati, e vi racconto questo aneddoto per farvi capire quale pericoloso facinoroso sono: mentre i poliziotti lanciavano i lacrimogeni e i compagni muniti di guanti provavano a restituirli al mittente, mi si avvicina una ragazza con mezzo limone, me lo da e scappa via subito. guardo il limone, ho gli occhi che lacrimano, non riesco a respirare, vomito bile e catarro.. allora mi avvicino a un compagno anche lui munito di limone e gli chiedo: che cosa ci devoi fare con questo??? lui mi guarda come se fossi uno dei muppet e mi dice: ma cazzo, devi mangiarlo!!! io guardo il mio limone, sono evidenti i segni di altri morsi, ma sento i colpi di altri lacrimogeni che arrivano... chiudo gli occhi, e mordo il limone.
torniamo alla cronaca. cessa il lancio di lacrimogeni e arrivano gli idranti. ormai saremo forse una cinquantina di persone rimaste a presidiare la barricata. gli idranti non hanno molto effetto, anzi ci aiutano a riprenderci dai lacrimogeni.
e qui comincia l'incredibile. chiudono gli idranti, noi riprendiamo posizione sulla barricata, e i poliziotti iniziano a sparare i lacrimogeni con i fucili (o come diavolo si chiamano). i primi con una parabola alta, per isolare quelli davanti da quelli dietro, poi abbassano la mira e sparano altezza uomo, mirando alla testa. un compagno viene colpito sul casco, io ho appena il tempo di girarmi per gridare di non sparare ad altezza uomo e vengo colpito al braccio sinistro. devo dire che fa male, ma è sopportabile. in testa però forse ti ammazza. Il lancio di lacrimogeni è fittissimo, lo fanno per disperderci, ma anche per creare una cortina di fumo fra loro e noi. e da questa cortina sputa la pinza della ruspa che sfonda la barricata. l'operatore sulla ruspa non poteva assolutamente vedere se sulla barricata c'era qualche manifestante. ha sfodato la barricata alla cieca, senza sapere se noi ci fossimo dispersi o meno. ma in un gruppo di circa dieci persone eravamo ancora li e solo il caso ha evitato che venissimo travolti. dissipatosi il fumo la ruspa apre decisamente un varco nella barricata. A questo punto siamo solo cinque o sei manifestanti. i poliziotti avanzano a testuggine. io, che ho il viso scoperto e sono senza alcun tipo di protezione, alzo le mani e inizio a ritirarmi. ripeto gridando "arretriamo lentamente, arretriamo lentamente" non avrò il tempo di dirlo una terza volta: un poliziotto fa uno scatto in avanti e mi da due manganellate. schivo la prima, ma la seconda mi colpisce in pieno viso, sul naso. inizia a colare tantissimo sangue, riesco a non cadere e a girarmi. scappo, corro verso le barricate, che ora sono un ostacolo alla nostra ritirata. scavalchiamo e corriamo verso l'infermeria, dove Ugo mi medica come può. lascio il posto agli altri feriti e andiamo verso i bagni dell'azienda agricola. abbiamo appena il tempo di entrare che arriva la carica, ci sono lacrimogeni dappertutto, li tirano anche dentro il bagno. scappiamo verso l'infermeria, sperando che la risparmino. niente. arrivano i lacrimogeni anche sull'infermeria, la evacuiamo di corsa appena prima della carica. Ormai è un'inutile massacro, ci hanno disperso, hanno il controllo del presidio, ma continuando a caricare e a sparare lacrimogeni nelle roulotte, nelle cucine, sulle tende. Scappiamo dove non possono raggiungerci, sui sentieri di montagna verso Ramat, dove arriveremo almeno un'ora e mezza dopo, e dove ci aspettano le auto per fare spola verso la bassa valle e un'ambulanza (solo una!) che medica i primi feriti.

Ivo Ghignoli

Fiaccolata No Tav


Questa sera, 28 giugno 2011, ore 20.30
Fiaccolata NoTav
Susa, partenza dalla stazione FFSS


Recupero materiale a Chiomonte


Dopo una breve assemblea in piazza del mercato a Bussoleno, il movimento ha deciso di salire a Chiomonte per cercare di recuperare tende e materiali abbandonati alla Maddalena.
Chi vuole può unirsi e raggiungere la centrale di chiomonte, per tentare il recupero, prima che le forze dell'ordine, ammesso che già non l'abbiano fatto, "smontino" per benino tutto il rimanente!!!

a sarà dura ...ma per loro!!!


Non Siamo come loro








tratto da Carta.org

Mancano pochi minuti alle otto quando polizia e carabinieri decidono di dare seguito all’ordinanza prefettizia che prevede lo sgombero della «Libera Repubblica della Maddalena». Gli uomini delle forze dell’ordine, diverse centinaia, indossano la maschera antigas a completare la tenuta antisommossa e scortano ai lati la ruspa che di lì a poco sfonderà la cancellata di ingresso del presidio. E’ una metafora forte, quella degli agenti che con fare metodico smontano le inferriate divelte dal bulldozer e distruggono l’insegna che preannuncia l’ingresso in un territorio che per trentaquattro giorni è stato il domicilio delle speranze di chi crede che la parola «resistenza» abbia ancora un significato tangibile.
Qualcuno piange, altri urlano la loro indignazione a poca distanza dalle visiere degli uomini in divisa. L’atmosfera è tesa ma nessuno, da una parte e dall’altra, vuole uno scontro che, nelle condizioni date, rischierebbe di trasformarsi in una mattanza. Però alcuni cominciano a sentire l’odore – non solo in senso figurato – dei giorni del G8 di Genova, quando una tempesta di lacrimogeni investe il cuore del territorio libero, il presidio Clarea. Chi è rimasto a valle, costretto da un divieto di ingresso che riguarda anche i giornalisti, comincia a essere in apprensione per quanto sta accadendo e prende la via dei sentieri che solo chi è pratico di questa zona può conoscere. Così accade che i boschi che sovrastano le vigne di avanà, vitigno autoctono che correrà seri pericoli di sopravvivenza se cominceranno i lavori, risultino in breve affollati dai manifestanti che salivano per portare il loro aiuto al presidio e da quelli che fuggono dal presidio stesso, dove i lacrimogeni hanno provocato l’incendio di alcune tende. In breve diventa impossibile respirare ma soprattutto vedere, dal momento che questi gas risultano fastidiosissimi per gli occhi. La battaglia nell’area di Clarea si esaurisce abbastanza velocemente, anche se i feriti risulteranno essere più del previsto. Un elicottero volteggia sulle teste dei fuggitivi, mentre dalle strade che circondano l’area arriva il suono delle sirene delle ambulanze, che cominciano il solito carosello.
La Maddalena è persa, almeno per ora, e mentre i No Tav già studiano come riconquistarla [il ricordo di Venaus è confortante] la Fiom di Torino proclama uno sciopero nelle aziende della zona e i manifestanti bloccano la statale, già intasata a causa della chiusura dell’autostrada disposta dalle autorità. C’è un po’ di scoramento per come è andata – nessuno pensava seriamente di poter fronteggiare militarmente un contingente come quello che si è presentato alle prime luci dell’alba a Chiomonte – ma nemmeno l’ombra di una rassegnazione: qui chiunque sa che le cose stanno molto diversamente da come le presenteranno i Tg della sera con i servizi quasi esultanti per una vicenda che «finalmente ha trovato una soluzione». Si organizza subito un’assemblea generale a Bussoleno, mentre il presidio viene spostato davanti al municipio di Chiomonte. Domani sera a Susa una fiaccolata che si spera molto partecipata. Il movimento ha già reagito.
La giornata di oggi consegna alcune considerazioni inevitabili, a partire da quella riguardante una politica che ha abdicato al proprio ruolo e che non riesce a proporre soluzioni diverse da quelle dell’impiego della forza. Si dirà che la questione del Tav viene dibattuta da anni, ma rimangono le omissioni, i dubbi irrisolti sui costi e sull’utilità del progetto e l’insofferenza nei confronti di una cittadinanza che ha espresso livelli di democrazia e partecipazione raramente riscontrati altrove. Rimangono gli interrogativi riguardanti la posizione del Pd, che a Torino si è schierato apertamente a favore dell’opera e ha chiesto l’intervento militare; rimane l’intollerabilità di un’informazione che deforma gli avvenimenti e demonizza sistematicamente un movimento che si è sempre caratterizzato per la sua indole pacifica.
Qualcuno ha definito questo 27 giugno «una giornata ordinaria di violenza e arroganza». Ma bisognerebbe ricordare che in fondo si tratta appunto soltanto di una giornata, per quanto dura e importante, mentre questa valle resiste da ventidue anni. Difficile spiegare come abbia fatto. Forse possono essere utili in questo senso le parole che Eugenio Fassino – comandante di brigata che si muoveva tra la Valsusa e la Val Sangone nonché padre dell’attuale sindaco di Torino – usava per raccontare ai suoi partigiani il motivo della loro resistenza ai nazifascisti: «Noi non siamo come loro», diceva. Nient’altro.

Tanto fumo, poco arrosto!


di Marco Cedolin

Il fumo è quello dei gas lacrimogeni ed asfissianti, con i quali le forze dell'ordine hanno materialmente "soffocato" gli oltre 2000 cittadini valsusini che presidiavano la Libera Repubblica della Maddalena contro l'assalto della mafia del tondino e del cemento. L'arrosto quello di un cantiere immaginifico e senza futuro, che la consorteria politica tenterà di vendere all'opinione pubblica e alla compiacente UE, come la prima pietra di quel TAV in Val di Susa, nato già morto e destinato ad essere solo una fonte di guadagni illeciti, alla quale fare abbeverare animali politici e prenditori d'accatto.
Di questa nottata di trepidante attesa, fino al mattino, vissuto con i polmoni che bruciano, gli occhi accecati, ma la testa alta, rimangono molte immagini, alcune destinate a scolorire velocemente, altre a rimanere nella memoria come segni indelebili.
L'orgoglio del popolo, che anche in questa Italia votata al malaffare e all'opportunismo, trova il coraggio di mettere a repentaglio la propria incolumità fisica, per difendere la terra in cui vive e il futuro dei propri figli, riscoprendo valori che la maggior parte degli italiani hanno dimenticato. Ed è un popolo disposto a passare le notti all'addiaccio, rubando le ore alla famiglia e al lavoro, un popolo che riscopre la bellezza dello "stare insieme" e del sentirsi parte di qualcosa che travalichi l'egoismo qualunquista, ormai diventato forma mentis imperante.....


Il volto marcescente dei burattini della politica, completamente asserviti a finanza e grande imprenditoria, fino al punto da arrivare a prendere direttamente ordini da Confindustria, che ha materialmente dettato al Ministro Maroni i tempi ed i termini di un'azione "di guerra" assolutamente priva di senso.

La faccia oscura degli agenti in divisa, ormai abituati a trattare i cittadini che protestano, alla stessa stregua delle donne e dei bambini d'Afghanistan o d'Iraq. Forze dell'ordine al soldo di poteri che nulla hanno a che fare con l'interesse dello stato, picchiatori che agiscono militarmente contro i cittadini, in rappresentanza di quel malaffare che sarebbero chiamati a combattere.

I visi fieri di una decina di signore (che potrebbero essere le nostre madri o le nostre sorelle) abbarbicate sopra al guard rail, a fronteggiare una ruspa a tenaglia grande come un paio di TIR, guidata da un "assassino" che non si faceva alcun scrupolo nell'affondare la tenaglia contro di loro, con il rischio concreto di ammazzarle o renderle storpie a vita. Perchè anche il tentato omicidio è lecito, qualora propedeutico alla costruzione della "Grande Opera" imposta da Confindustria.

E poi tanto fumo, centinaia e centinaia di lacrimogeni di ultima generazione, dispensati a pioggia, a soffocare i polmoni e accecare gli occhi. Perchè soffocare e accecare era l'unica strada praticabile, per scacciare dalla propria terra migliaia di persone, decise a difenderla con il "peso" del loro corpo. E ancora lacrimogeni a centinaia, lanciati sulla montagna, ad inseguire i cittadini che si ritiravano, per essere sicuri che "avessero imparato la lezione". Fra loro tanti anziani, tante donne, tante ragazzine, che non respiravano, che vomitavano, ma hanno continuato a camminare, senza perdere un grammo della propria dignità.

In Val di Susa l'incubo del 2005 è tornato, greve come allora, la Valle è militarizzata, le strade sono bloccate, e come allora spira il vento dell'insurrezione popolare.
Ma chi pensa di avere soffocato con il gas la lotta contro il TAV, con tutta probabilità non ha mai conosciuto un valsusino, nè il percorso di questa battaglia.

Scesi dalla montagna, con gli occhi rossi ed i polmoni riarsi, i presidianti della Maddalena, hanno mantenuto intatta la convinzione che in Val di Susa il TAV non passerà mai.
Asfissiando i cittadini, oltre 1500 poliziotti, sono riusciti a prendere possesso di un fazzoletto di terra, che ora dovranno presidiare notte giorno con centinaia di uomini.

Non si tratta di un cantiere, ma di una spianata di terreno che si affretteranno a recintare. E di cantiere probabilmente non si tratterà mai, perchè prima che lo diventi i valsusini torneranno in decine di migliaia, come nel 2005, e se lo riprenderanno, sempre naturalmente che Maroni e chi lo comanda, non carezzino l'idea di gasarli tutti.


Alcune immagini dello sgombero di ieri mattina alla Maddalena





lunedì 27 giugno 2011

Presidi in solidarietà con la Valle di Susa!!!

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Appena arrivata la notizia dell'assalto al presidio NoTav in Val Susa, da moltissime città italiane è partito il coro del "siamo con voi". Presidi di solidarietà sono stati organizzati per questo pomeriggio davanti alle prefetture o nelle piazze centrali.
Di seguito un elenco, in aggiornamento, degli appuntamenti.

Moltissime persone hanno già aderito, ma dalla Val Susa si chiede uno sforzo da parte di tutti, anche coloro che non potranno essere fisicamente presenti ai presidi, per dare la propria solidarietà facendo circolare il più possibile le notizie.

BARI - Ore 20 Prefettura
https://www.facebook.com/event.php?eid=125375494213061

BERGAMO - Ore 18.30 Piazza V.Veneto -
https://www.facebook.com/event.php?eid=125062950911747

BOLOGNA - Ore 18 - Piazza del Nettuno -
https://www.facebook.com/event.php?eid=212596988784554

CAGLIARI - IN CORSO - Piazza Palazzo, Prefettura

CREMONA - Ore 18.30 Prefettura -
https://www.facebook.com/event.php?eid=156736101066951

LIVORNO - Ore 17.30 Piazza XX Settembre -
https://www.facebook.com/event.php?eid=222493884449393

MILANO - Ore 18 Piazza San Babila -
https://www.facebook.com/event.php?eid=212693292106116

MODENA - Ore 18 Prefettura, Viale Martiri della Libertà 34 -
https://www.facebook.com/event.php?eid=125778964173603

NAPOLI - Ore 17 Piazza Plebiscito -
https://www.facebook.com/event.php?eid=227532847267737

NOVARA - Ore 18  Piazza Matteotti

PALERMO - Ore 18 Piazza Verdi , Teatro Massimo -
https://www.facebook.com/event.php?eid=250949084921045

PISA - Ore 17 Logge dei Banchi

PERUGIA - Ore 18 Piazza Italia -
https://www.facebook.com/event.php?eid=203729866340253

ROMA - Ore 16 Largo Colonna

RIMINI - Ore 18.30 Piazza Cavour -
https://www.facebook.com/event.php?eid=156082187796632

REGGIO CALABRIA - Ore 18 Piazza Italia lato prefettura -
https://www.facebook.com/event.php?eid=156324777773867

SALERNO - Ore 15 Via Roma nei pressi del palazzo della Provincia
https://www.facebook.com/event.php?eid=160678984002235

SARONNO - Ore 17.30 Piazza Cadorna -
https://www.facebook.com/event.php?eid=237099992985174

SAVONA - Ore 17.30 Piazza Sisto IV

TORINO - Ore 15.30 Via San Francesco D'Assisi 35 (Sede del PD)

TRENTO - Ore 17 Palazzo del Governo

TRIESTE - Domani ore 17.30 Piazza della Borsa -
https://www.facebook.com/event.php?eid=157665117636926

No Tav in marcia, pronti a ‘resistere, con coraggio e determinazione’



Ore 21.00. Assemblea popolare no tav al polivalente di Bussoleno

Ore 16.00. Conferenza stampa unificata movimento no tav presso la comunità montana di Bussoleno

Ore 14.00. Ancora blocchi sulle statali da Bussoleno a Sant’Ambrogio

Ore 11.30. Le donne di Chiomonte hanno occupato il Comune!!!

Ore 11.14. Nei boschi di Giaglione e Chiomonte militari in mimetica pattugliano il territorio al fine di non fare avvicinare nessuno.


Ore 11.13. All'Iprebeton di Salbertrand preparano il cemento per gettere (si presume) il ponticello dall'autostrada verso il presidio.


Ore 10.48. I No Tav intossicati dai lacrimogeni incomnciano a scendere dalla montagna. alcune automobili fanno la spola per trasportarli in Chiomonte.

Ore 10.32. Notizie di almeno quattro feriti tra i No Tav. (seguiranno aggiornamenti)


Ore 10.05. Blocchi spontanei in tutta la Valle di Susa. Bloccate le statali, centinaia di TIR ammassati sulle strade della Valle. La gente scende in strada, e gli operai escono dalle fabbriche.

Ore 09.32. FIOM conferma sciopero di 8 ore in Valle di Susa.

Ore 09:30. Dopo avere sparato centinaia di lacrimogeni, la Polizia ha occupato il presidio Maddalena di Chiomonte. Si hanno notizie anche di danneggiamenti alle autovetture dei presidianti e alle tende del campeggio.

Ore 08:45. Sfondata la barricata Centrale. La polizia comincia a salire.


Ore 08:00. Lancio di lacrimogeni alla barricata Centrale.

Ore 07:50. La ruspa sta spaccando tutto, gli idranti hanno cominciato a sparare dalla galleria per proteggere l’operato della ruspa.

Ore 07:30. Assembramento forze dell’ordine alla centrale. Proposta indecente:” vi lasciamo prendere le vostre cose e andare via”. Rifiutata.

Ore 07:15. La ruspa alla centrale si ferma. inizia la trattativa tra i sindaci e la polizia.

Ore 07:10. Sparati i fuochi dell’allarme generale alla barricata Centrale la ruspa è già al lavoro.

Ore 06:55. Uomini e mezzi in arrivo alla barricata centrale mentre uomini in divisa scendono a piedi da Giaglione(paese).

Ore 06:50. Turi Vaccaro,noto attivista non violento, è stato trascinato fuori dalla barricata sull’autostrada e picchiato duramente. In questo momento è in stato di fermo.

Ore 06:40. Colonna di mezzi in arrivo anche dalla Ramats.

Ore 06:30. La polizia raggiunge anche la Maddalena. Una ruspa cerca di aprire un varco alla barricata Stalingrado, i NO TAV pronti a mettere i corpi di mezzo.

domenica 26 giugno 2011

DOMENICA 26 GIUGNO ORE 21 FIACCOLATA A CHIOMONTE E ALLARME GENERALE

Ripartiamo da Chiomonte con una fiaccolata per resistere al presidio della Maddalena da domenica notte in maniera continuata nei giorni successivi. L’appuntamento è nel piazzale della stazione ferroviaria di Chiomonte alle 21 per poi dirigersi al presidio della Maddalena e resistere per quelli che ormai sono i giorni decisivi. Abbiamo fondati e seri motivi per aspettare un intervento di sgombero dalle prime ore della notte tra domenica e lunedì. Prepariamoci però a rimanere al presidio per alcuni giorni. E’ l’ultimo sforzo, le volontà politiche del governo si sono espresse e non lasciano ormai spazio ai dubbi, ci siamo e ci saremo. Oggi un’assemblea popolare molto partecipata ha lanciato questo appello, resistere, con coraggio e determinazione. A seguire dopo la fiaccolata ci si preparerà per la notte. Ci sarà inoltre una veglia di preghiera al pilone votivo.

sabato 25 giugno 2011

Assemblea alla Maddalena



OGGI 25 GIUGNO - ORE 17:30 
AL PRESIDIO MADDALENA DI CHIOMONTE
ASSEMBLEA NO TAV

E’ IMPORTANTE ESSERCI, PARTECIPIAMO NUMEROSI!!!

odg approvato all’unanimità dal consiglio comunale di Chiomonte il 23/06/2011


Ecco l’ordine del giorno approvato ieri sera dal consiglio comunale di Chiomonte all’unanimità dopo le modifiche concordate al testo presentato dalla minoranza consigliare.


OGGETTO: Ordine del giorno presentato dal gruppo di minoranza per il Consiglio del
23 giugno 2011.

Considerato che siamo ormai alle battute finali di questa partita che si sta giocando sulla pelle dei cittadini italiani ed in particolare dei valsusini/chiomontini;
Verificato che, come da dichiarazione del Segretario Comunale Dr. Zola,  non esiste al protocollo del comune la documentazione riguardante  il progetto esecutivo del cantiere  di servizio al realizzando tunnel geognostico esplorativo, si chiede che
il Consiglio Comunale di Chiomonte
metta in votazione il seguente
ORDINE DEL GIORNO
  1. ricordato che il ruolo del Sindaco è in primo luogo quello di rappresentante della comunità locale e degli interessi della popolazione che lo ha votato e che, pur nel rispetto delle istituzioni, non è quello di rappresentante  e difensore del governo Centrale, Regionale e Provinciale;
  2. sottolineato che per perpetrare la difesa della comunità locale, il Sindaco può anche correre il rischio di essere sospeso dalla carica o revocato ma ciò non lo esonera dall’obbligo di difendere il territorio da lui governato, la salute dei suoi cittadini  nonché il loro interesse economico;
  3. considerato che la lotta contro la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità (o capacità o com’altro considerata) Torino-Lione, dopo oltre venti anni di vicissitudini,  ha raggiunto  un  livello di tensione molto alto,  fomentato da dichiarazioni irresponsabili di politici locali nonché da provocazioni di ogni genere e corre pertanto il rischio di sfociare in situazioni di livore e violenza verbale (e non solo) a  livelli  non accettabili;
  4. acclarato che l’Amministrazione Comunale di Chiomonte non può che essere contraria ad ogni tipo di violenza, da qualunque parte provenga;
  5. dato atto che non è ammissibile risolvere un problema di carattere  squisitamente politico-economico-ambientale, con l’impiego della forza pubblica contro inermi cittadini che strenuamente difendono il loro territorio e conseguentemente militarizzare questo  territorio;
  6. ricordato che il Sindaco  nella sua  lettera prot. 3031 de 27  settembre 2010 indirizzata al Ministero delle Infrastrutture, alla Regione Piemonte ed  al Coordinatore della struttura tecnica avente  oggetto “Osservazioni nell’ambito del procedimento di VIA  Nazionale” dettava una serie di condizioni che risultano ad oggi totalmente disattese (non esiste infatti, come sopra accennato, depositato alcun progetto né documento in genere riguardante l’installazione del cantiere per la realizzazione del  cunicolo esplorativo  “La Maddalena”!) e  precisamente:
  • Compensazioni:  la quantificazione di un’aliquota massima del 10% su un importo stimato di 131 milioni di euro, da sottoscrivere prima dell’inizio lavori
  • totale contrarietà alla movimentazione del materiale con camion attraverso strade comunali ed agricole; il  trasporto del materiale dovrà avvenire con collegamento diretto, in una prima fase “provvisorio”, con l’autostrada A32, evitando l’utilizzo della viabilità secondaria a tutti i mezzi in questione;
  • la restituzione al Clarea della stessa qualità dell’acqua prelevata;,
  • l’allestimento nell’area di un laboratorio dedicato per l’analisi in tempo reale della natura delle rocce;
  • l’elaborazione di uno specifico piano d’intervento   per le risorse idriche  ed una verifica delle sorgenti presenti nell’area;
  • realizzazione di uno strumento informatico per il monitoraggio ambientale a difesa della salute dei cittadini chiomontini;
Tutto ciò premesso:
si stigmatizza la mancata informazione ed approvazione del progetto nonché il fatto che  le aspettative  dell’Amministrazione  Comunale di Chiomonte  relative alla viabilità vengano completamente disattese come confermato dalla Delibera Regionale nonchè dalla delibera CIPE del 18.11.2010 che, oltre a non prevedere la realizzazione ed il finanziamento  dello svincolo autostradale né provvisorio né definitivo, prevede invece  l’ampliamento della Via dell’Avanà e della strada di collegamento  con Giaglione che diventerebbero strade di servizio per tutti i mezzi impiegati nel cantiere, creando una situazione  che il Sindaco ha definito da sempre  inaccettabile; inoltre si sottolinea che resta altresì disatteso lo sviluppo delle opportunità complementari in analogia con quanto avviene in Francia nell’ambito del procedimento della Démarche Grand Chantier che dovrebbero accompagnare la realizzazione dell’opera, come richiesto dal Sindaco  e che invece non sono previste nei sopra menzionati atti CIPE e delibera Regionale;
- si esprime  la contrarietà per la devastazione dei territori agricoli produttivi ed il conseguente danneggiamento irrimediabile delle culture agricole, la compromissione  delle fonti sorgive e  della zona archeologica della Maddalena;
- si ribadisce il rifiuto totale dell’uso della violenza  da qualsiasi parte provenga  e  quale contrasto alle proteste contro la realizzazione del tunnel geognostico  della Maddalena e più in generale contro la realizzazione della  linea ferroviaria Torino Lione,  in quanto non concepibile la militarizzazione di un territorio per  la risoluzione di problemi di ordine pubblico, appellandosi al senso di responsabilità delle autorità competenti.
Si chiede di approvare per appello nominale il  presente  ordine del giorno

Quest’ultimo punto evidenziato è stato modificato come segue:

- si esprime  la contrarietà per la devastazione dei territori agricoli produttivi ed il conseguente danneggiamento irrimediabile delle culture agricole, la compromissione  delle fonti sorgive e  della zona archeologica della Maddalena;
- si ribadisce il rifiuto totale dell’uso della violenza da qualsiasi parte provenga,e in particolare l’uso della violenza quale  contrasto alle proteste contro la realizzazione del tunnel geognostico  della Maddalena , in quanto non concepibile la militarizzazione di un territorio per  la risoluzione di problemi di ordine pubblico, appellandosi al senso di responsabilità delle autorità competenti, ferme restando le opinioni sull’opera dei singoli Consiglieri.

Il presente ordine del giorno così modificato è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale di Chiomonte nella seduta del 23/6/2011 per alzata di mano.

venerdì 24 giugno 2011

Comunicato stampa A.N.P.I. Torino - sez. Martinetto



PINARD: un uomo solo al comando o allo sbando???


da NoTav.info 
 
Renzo Pinard è il sindaco di Chiomonte, al secondo mandato, eletto in una lista civica di centro destra, da sempre legato agli ambienti economici della ormai defunta alleanza nazionale e prima ancora Msi piemontese. In questi ultimi anni con un atteggiamento ambiguo e altalenante ha di fatto aperto le porte alla Torino Lione e al progetto dei suoi cantieri a Chiomonte. Se oggi la situazione di crisi ha portato il popolo no tav a presidiare da ormai un mese in maniera permanente il sito della Maddalena di Chiomonte una delle cause va ricercata sicuramente in questa amministrazione comunale. Apprendiamo dai quotidiani La Stampa e Repubblica che il sindaco si direbbe pronto a chiamare a raccolta una fantomatica quanto fantasma “maggioranza silenziosa” per porre fine alle illegalità rievocando la nefasta marcia dei 40000 della fiat. Una cosa è certa, mai come oggi il sindaco è rimasto solo. Un giorno con i cronisti si lamenta di non avere più la cordialità e il saluto dei suoi cittadini per poi offrirsi disponibile a concedere    l’autorizzazione del suolo pubblico nel sito della Maddalena di Chiomonte dove sorge il presidio permanente. Ieri sera poi, giovedì 23 giugno delibera all’unanimità in consiglio comunale contro la violenza, contro la militarizzazione e di fatto contro i cantieri e poi a margine del consiglio comunale, ancora una volta da solo di fronte ai giornali torna alla carica contro il presidio minacciando marce no no tav. Dopo questo non possiamo che pensare a dei seri problemi di continuità di ragionamento e coerenza. Di fatto ci troviamo a confrontarci con un sindaco che oggi deve rispondere di quanto sta succedendo, un uomo lasciato solo da tutti e dai vari politici fans della tav che ormai sono saliti sul carro della forza pubblica e dell’interventismo, pronti a sostenere un eventuale sgombero e violenza verso il popolo no tav. Con questo primo commento volevamo chiarire la presa di posizione di Pinard e il reale peso politico di queste dichiarazioni. 

Caro Matteoli, tutta la Val di Susa è con i NoTav ( Fabio Balocco- Il Fatto Quotidiano del 23 giugno 2011 )

di Fabio Balocco- Il Fatto Quotidiano del 23 giugno 2011 )
Tutto lascia supporre che lo scontro avverrà entro la fine della settimana. Continui, cupi voli di elicotteri nel cielo della valle, la Digos sguinzagliata a fare fotografie al presidio coi teleobiettivi: sì, presto capiterà.

Vorrei solo replicare al ministro Matteoli che dice che 
non saranno poche centinaia di persone a fermare la Tav. Caro ministro, quella che ha detto, non so se si rende conto, è una solenne sciocchezza. Lassù, al presidio ci sono poche centinaia di persone (per il momento…), perché sono quelle che, in quanto pensionati, precari, licenziati, cassintegrati, casalinghe, possono permettersi di stare su. Ma le assicuro che, in spirito, su c’è tutta la Val di Susa. Che Le piaccia o no. E sicuramente non piace né a Lei né al signor Virano.

L’altro giorno indossavo la 
maglietta No Tav e sono andato a comprare del formaggio e a fare il pieno di Gpl: sia la contadina, sia il gestore mi hanno fatto gli auguri. Lassù, in spirito, c’è tutta la valle, ed è gente pacifica, e non gli anarco-insurrezionalisti che Voi vorreste ci fossero. Certo, come Lei dice, il presidio verrà preso. A nulla valgono gli uomini disarmati contro i probabili mezzi cingolati e migliaia di poliziotti.

Il presidio verrà preso, ma 
sarà dura per Voi operare con tutta la gente della valle che rifiuta quello che state facendo.

No Tav: un favore all'Italia intera


Nella contestazione dei comitati c'è la salvaguardia di un diritto importante alla tutela del proprio territorio contro la cultura degli sprechi e del malaffare. La verità sepolta dal silenzio assordante dei media.

I No Tav della Val di Susa stanno facendo un favore – un gran favore – a tutt’Italia. Ora si parla di aprire urgentemente il cantiere della linea ferroviaria Torino-Lione per non perdere i fondi europei, mentre i maggiori media e le varie istituzioni descrivono il movimento come un frutto della sindrome Nimby (not in my back yard, ovvero: la linea ferroviaria fatela pure, ma lontano da casa mia), o come figlio di un irragionevole quanto bucolico “come era verde la mia valle”.
La Val di Susa è bruttissima, parola di torinese, e infatti i valsusini non difendono un presunto paesaggio incontaminato. Si battono contro il peccato originale della Tav Torino-Lione, cioè contro il fatto che è assolutamente inutile e che secondo i più aggiornati calcoli costerà, per la sola parte di competenza italiana, 15-20 miliardi di euro. Il triplo di quell’altra assurda inutilità chiamata ponte di Messina.

C'è chi obietta che ci sono i fondi europei da spendere! Ma l’Italia, per ricevere 6 milioni e rotti di finanziamenti Ue, ne estrarrà 25 volte tanti dalle nostre tasche.
Soldi che – soprattutto in tempi di crisi – potrebbero essere spesi molto meglio. Asili nido, scuole, ospedali… Qualcuno vuole continuare l’elenco?
Il treno superveloce Torino-Lione è del tutto inutile. Infatti esiste già la linea ferroviaria del traforo del Frejus che collega Torino alla Francia passando dal la Val di Susa.
I No Tav insistono che l’attuale linea ferroviaria non è affatto satura ed esistono amplissimi spazi di ulteriore sfruttamento. In effetti i pro-Tav dicono che bisogna costruire la nuova linea per prevenire la saturazione.
C’è saturazione in vista? Prendiamo il caso delle merci. Secondo le statistiche elaborate ogni cinque anni dall’Ufficio federale dei trasporti svizzero, nel 2004-09 il volume del traffico merci ferroviario attraverso le Alpi è diminuito del 9%, mentre è aumentato del 6% circa quello su strada.
Ecco, allora bisognerà forse costruire la nuova linea ferroviaria per decongestionare il traffico su gomma? Ma proprio no.
Sull‘autostrada che collega Piemonte e Francia passando sempre dalla Val di Susa (e da un altro traforo del Frejus), il traffico è in diminuzione dal 2001 in poi.
Ci sono due eccezioni: gli aumenti del 6,29% nel 1010 e del 3,65% nel 2007. Volendo, posiamo aggiungere anche il modestissimo incremento (+0,13%) dei primi cinque mesi di questo 2011 rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso. Ma i cali sono ben più vistosi, a cominciare dal -15,47 del 2003 e dal -15,34 del 2006.
Allora forse bisogna costruire la nuova linea ferroviaria per andare più rapidamente da Torino a Parigi? I treni ci mettono oggi quattro ore e mezza. Con la Tav impiegheranno un’ora in meno.
Un’ora in meno, e 15-20 miliardi dei nostri soldi. Ah, ma – si dirà – i lavori creeranno occupazione. E in effetti i pro Tav lo sottolineano: oltre 3.000 posti di lavoro diretti nel periodo di apertura dei cantieri, cioè fra il 2013 e 2023.
La Tav costerà alle casse pubbliche 15-20 miliardi di euro. Facciamo 15 miliardi. Se si calcola un costo del lavoro pari a 40.000 euro annui per persona, lo Stato con quei soldi potrebbe assumere oltre 10.500 dipendenti per 35 anni, cioè per la durata dell’intera carriera lavorativa.
Insegnanti, infermieri, medici, ferrovieri… Tutte persone che potrebbero far funzionare un po’ meglio gli scalcinati servizi pubblici. 10.500 posti di lavoro per una vita contro i 3.000 effimeri legati ai cantieri: volete mettere?
I No Tav stanno facendo un piacere, e un piacere grosso, a tutt’Italia. Non dimenticatelo mai, mai! Cercano di impedire una grande opera che costerebbe a noi contribuenti 1200 euro al centimetro. Non ci darebbe nessun vantaggio, e se l’Italia ci rinunciasse non pagherebbe un centesimo di penali.
http://www.aamterranuova.it/article5989.htm


giovedì 23 giugno 2011

Valsusa: Chiomonte, Piazza Tahrir d’Italia


tratto da Carta.org - di

Dopo le tensioni degli ultimi giorni in Valle di Susa e la campagna mediatica per la criminalizzazione del movimento, sono andato al presidio di Chiomonte per vedere un po’ che aria tira. Breve reportage su un viaggio in quella che potrebbe diventare la Piazza Tahrir d’Italia… almeno lo spero.
I giochi del potere rispondono, ovunque alle stesse ataviche regole. Tra chi le applica in modo raffinato e discreto e chi le applica in modo grezzo e vistoso. Ma il fondo rimane lo stesso: se un movimento popolare dà fastidio ai potenti, bisogna farlo percepire al comune dei mortali come pericoloso, per legittimare la sua repressione. L’ex presidente Cossiga, come citato nel mio blog,  lo spiegava bene. La formula é semplice: infiltrare, far degenerare la situazione, poi scatenare la repressione. Questo vale in Egitto, in Siria come in Valle di Susa.
La strategia della tensione fa parte della storia, sin dall’inizio della controversia sulla realizzazione della nuova linea Torino-Lione. A periodi alterni le autorità e le parti politiche favorevoli all’opera sono passate dalla criminalizzazione, alla ridicolizzazione, ai finti tentativi di dialogo. Finora un dialogo sincero e serio con la popolazione della valle e con il movimento “No-Tav” non è mai stato instaurato.
Questi ultimi giorni, da quando i partecipanti al presidio permanente della Maddalena, a Chiomonte, hanno resistito al tentativo di apertura di un nuovo cantiere nella Val Clarea, autorità e mezzi di informazione al servizio si sono scatenati. I partecipanti alla “resistenza No-Tav” sono descritti come pericolosi terroristi. Non è la prima volta. É un tema vecchio. É vecchia anche la gestione della tempistica da parte del Centrosinistra Piemontese. Hanno, ad ogni volta fatto regnare il silenzio più completo prima delle elezioni. Per poi scatenarsi contro la Tav subito dopo. Mi ricordo ancora come la Bresso nel 2005 aveva dichiarato che il movimento No-Tav era solo un gruppo di “bombaroli”, subito dopo la sua elezione. Salvo stupirsi poi, nel 2010, che la Valsusa non l’abbia votata.
Di fronte agli ultimi attacchi contro il movimento, in puro stile stragistico degli anni 70-80, con tanto di pallottole e lettere di minaccia recapitate ad alcuni parlamentari Pd. E con la stampa maggioritaria che parla di infiltrazioni criminali nel movimento e di professionisti della violenza. Di fronte a tutto ciò, ho deciso di andare in Valle, al presidio permanente di Chiomonte, per capire che aria tira.
Uscendo da Torino ho preso la tangenziale in direzione di Avigliana. Entrando in valle, ho deciso di non prendere l’autostrada del Frejus e di uscire a Avigliana Est. La prima cosa che colpisce il viaggiatore di passaggio in ogni comune della valle è la diffusione dei simboli “No-tav”. Bandiere, striscioni, scritte. Tutto in valle di Susa è testimonianza della popolarità della causa. Le strade sono agghindate di bandiere No-tav, le macchine sono targate No-Tav. I campi, gli alberi e le montagne parlano No-Tav.
Dopo Susa, finisce la bassa Valsusa martoriata dalle numerose strade, ferrovie e capannoni, e inizia la salita verso le alte valli. Qui la natura rigogliosa, in questa fine primavera, la fa da padrona. Il verde intenso impregna l’aria di profumi inebbrianti. Un paradiso naturale se non fosse per i viadotti dell’autostrada e delle ferrovie, che la trafiggono con violenza, in vari punti. Solo guardando le centinaia di camion che scorrazzano sull’autostrada, mentre la ferrovia rimane silenziosa per lunghe ore, ci si rende conto della tragedia che “il progresso” ha portato a questa terra.
A Chiomonte, in Val Clarea, la gente, sorriso accogliente e sguardo fiero, mi indica la strada del presidio “Libera Repubblica della Maddalena”, costruito vicino ad una omonima area archeologica. “stanno tutti lì”, dice un signore appena uscito da una osteria, come se parlasse del resto della propria famiglia.
Finalmente arrivo al presidio. L’ingresso assomiglia ad una fortezza pirata. Cittadini della valle e attivisti giunti da tutta Italia costruiscono barricate. Gabbioni e strutture metalliche saldate. Sono barricate da montanari, fatte “come dio comanda”. Non come quelle delle città che sono fatte come capita e di quello che capita.
Dentro il campo ci sono tende e gazebo, tavoli e sedie. La gente è indaffarata a preparare la “guerra”. Si cucina, si leggono libri, molti prendono il sole sui prati, qualcuno attinge birra da bottiglie messe a disposizione su un tavolo. Alcuni amici del “Comitato No Tav Torino” mi invitano a supervisionare i loro preparativi bellici. Infatti, stavano alzando un enorme palloncino bianco in aria, armato della parola d’ordine più diffusa nella valle: NO TAV.
Una signora, aspetto dolcissimo da maestrina, con quelli stupendi occhi azzurri chiari che hanno molti abitanti delle valli pedemontane, mi fa visitare il campo. La gente è cordiale ma decisa. “Difenderemo la valle a tutti i costi”, dice uno seduto ad un tavolo, alzando minacciosamente un bicchiere di birra, come per brindare.
Alcune pericolosissime coppie anziane della valle entrano nel campo armate di micidiali teglie di crostate con confetture casalinghe.
- “siete voi i famosi terroristi valsusini?” – lancio io nella loro direzione.
- Si mettono a ridere. “Sì. -mi risponde uno di loro- Portiamo armi di nutrizione di massa!”
- Poi subito ridiventa serio: “ Gli unici terroristi in questa storia stanno nel governo e nei mezzi di stampa.”
Lascio il campo dopo aver assistito all’inizio dell’assemblea pubblica. Tutti in cerchio discutono e cercano di prendere decisioni. Non sembra un compito facile viste le tantissime anime che compongono la resistenza No-Tav. Non sempre si va d’accordo tra correnti di pensiero così diversi, ma si dialoga con rispetto e si cercano soluzioni comuni, consensuali.
“Questo è il modo di costruire la democrazia vera, quella diretta. -Penso tra me- Non quella che si esporta con i missili.”
Lascio Chiomonte mentre comincia a farsi sera. Le immagini dei cittadini della valle in assemblea si sovrappongono nella mia memoria con quelle viste su internet sulle assemblee in Piazza in Egitto o in Tunisia. Mi dico che in fondo, sia qui che lì, si sta lottando per gli stessi ideali. Per imporre la voce della piccola gente. Le forze da affrontare non sono qui così palesemente violente. Ma sotto sotto rispondono agli stessi padroni e hanno la stessa visione del potere.
Sarà Chiomonte come una piccola Piazza Tahrir d’Italia? Sinceramente me lo auguro.